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Wednesday, September 16, 2015

Remo Bodei - Generazioni. Età della vita, età delle cose

Ciascuna generazione condivide il destino del suo tempo e si proietta nel futuro generando figli. La morte di ognuno di noi implica di norma la trasmissione dei beni materiali, delle cose da una generazione all"altra. Gli oggetti diventano così anelli e veicoli materiali di continuità tra le generazioni. La tradizione si perpetua in questa trasmissione di beni, in uno scambio non oneroso, basato sulla logica del dono e della restituzione. La solidarietà familiare oltrepassa in genere la logica del do ut des. Instaura quel circolo virtuoso che, nella simbologia antica, è raffigurato dalle Grazie o Cariti, simbolo della charis, della "grazia" nel senso non della bellezza ma della gratuità. Le Grazie sono tre giovani fanciulle che danzano tenendosi per mano e rappresentano il beneficio (il dare, il ricevere e il restituire), il quale, passando di mano in mano, ritorna circolarmente a chi lo ha inizialmente concesso. Si sente oggi bisogno, in un periodo di crisi e di maggiore scarsità di risorse, di rinsaldare i legami sociali, di introdurre in essi un maggior tasso di giustizia, di far rinascere la fiducia fra le generazioni dei "garantiti" e degli "uomini flessibili". Tale cultura del dono, della generosità circolare, sembra ad alcuni essere oggi diventata – nella società, al di fuori della famiglia – un"alternativa a una economia basata sulla crescita indefinita dei bisogni e dei desideri. Questo progetto di "decrescita" e "abbondanza frugale" potrebbe implicare modalità di restituzione di risorse materiali e immateriali (cose, sicurezza e affetti) alle giovani generazioni. Ciò comporta un profondo e doloroso cambio di atteggiamenti e di politiche, soprattutto a livello etico ed economico, che non passa solo attraverso il fornire loro delle cose, il tenerli a casa in età adulta, ma anche dal ricostruire grazie alle istituzioni le condizioni della loro autonomia.

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Remo Bodei - La vita delle cose

Dagli utensili preistorici in pietra, osso o legno alle prime produzioni ceramiche, dalle macchine ai computer, le cose hanno percorso una lunga strada assieme a noi. Cambiando con i tempi, i luoghi e le modalità di lavorazione, discendendo da storie e tradizioni diverse, ricoprendosi di molteplici strati di senso, hanno incorporato idee, affetti, simboli di cui spesso non siamo consapevoli. Il significato di "cosa" (contrazione dal latino "causa", quanto ci sta a cuore e per cui ci si batte) è, infatti, più ampio sia di quello di "oggetto", ciò che si manipola con indifferenza o secondo impersonali procedure tecniche, sia di quello di "merce" quale semplice valore d"uso e di scambio o espressione di status symbol. Le cose rappresentano nodi di relazioni con la vita degli altri, anelli di continuità tra le generazioni, ponti che collegano storie individuali e collettive, raccordi tra civiltà umane e natura. Il loro rapporto con noi somiglia, in tono minore, a quello dell"amore tra persone, dove il legame convive con la reciproca autonomia e nessuno è proprietà esclusiva dell"altro.

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Wednesday, September 9, 2015

Giovanni F. Bignami - I marziani siamo noi. Un filo rosso dal Big Bang alla vita

Proporre una chiave di lettura del filo rosso che va dalla nascita dell"Universo all"origine della vita in un volumetto di piccolo formato può sembrare una missione impossibile, ma Giovanni Bignami (nomen omen, come l"autore stesso ricorda nella Prefazione) l"affronta con successo, riuscendo a coniugare rigore nell"analisi dei temi trattati e leggerezza di linguaggio. Il libro si apre con una divertentissima rassegna, scritta in forma di cronaca calcistica, delle conquiste della scienza che sono alla base della visione attuale dell"Universo. La discussione si fa poi più seria, e prende via via in esame il Big Bang, il "Grande Botto” dal quale gli scienziati ritengono che tutto abbia avuto inizio, circa 13.7 miliardi di anni fa, e i processi successivi che, attraverso fasi diverse, hanno portato alla formazione dei pianeti. Tra questi, ovviamente, un posto speciale è occupato dalla Terra, con la sua magica combinazione di elementi – CHNOPS, ovvero Carbonio (C), Idrogeno (H), Azoto (N), Ossigeno (O), Fosforo (P) e Zolfo (S) – che hanno reso possibile la nascita delle forme di vita che conosciamo. Nella seconda parte del libro entrano in scena i marziani. Oggi infatti sappiano che c"è una ragionevole probabiltà che alcuni dei pianeti extrasolari (cioè in orbita intorno a stelle diverse dal Sole), scoperti di recente, possano ospitare forme di vita. Ma forse non dovremo nemmeno andare a cercare così lontano. Nel suo ultimo numero, la rivista Science ha incluso le osservazioni che sembrano provare la presenza di acqua su Marte nell"elenco dei risultati scientifici più rilevanti degli ultimi dieci anni. Questa scoperta avrebbe implicazioni di enorme importanza, perché grazie alla presenza dell"acqua si sarebbero potute sviluppare forme elementari di vita, come batteri o unicellulari eucarioti, in grado di arrivare sane e salve sulla Terra trasportate da un meteorite. Forse alla fine scopriremo che, come recita il titolo del libro di Bignami, i marziani siamo noi.

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